PREMESSA
La storicità dei nostri Santi è data come sicura e incontestata nell’agiografia.
Al tempo stesso però, hanno in comune con i “santi leggendari” il fatto che sulla loro vita e sulla loro morte non abbiamo praticamente nessuna notizia storicamente garantita. Possiamo tuttavia dire che il loro ricordo ha saputo conservarsi notevolmente nel culto, nell’onomastica e in varie consuetudini ed usanze.
NOTIZIE SULLA LORO VITA
L’esistenza storica di San Vito è assicurata dalle prime attestazioni del suo culto. Secondo la Passio Sancti Viti (Acta Sanctorum, Junii II, 1013-1042), scritta intorno al 600 nell’area della provincia romana della Lucania, il Santo era figlio di una ricca, ma non nobile famiglia dell’odierna Mazara del Vallo, sulla costa sudoccidentale della Sicilia. Già all’età di sedici anni il giovane Vito, convertitosi al cristianesimo, deve fuggire con il precettore Modesto e la nutrice Crescenzia nella lontana Lucania, perché il padre vuole costringerlo ad abiurare la sua fede. Poiché, tuttavia, la loro fuga cade nel periodo della persecuzione di Diocleziano, il loro credo diventa fatale anche lontano dalla città natia. Riconosciuti quali cristiani – così racconta la passio – essi vengono portati in giudizio a Roma, davanti a Diocleziano. Qui Vito, tra altri numerosi miracoli, guarisce un figlio ossesso (o epilettico) dell’imperatore. Ciononostante, il giovane e i suoi accompagnatori sono portati in tribunale e condannati a morte. Dopo le solite torture, vengono gettati in un calderone di olio bollente. Ma gli angeli salvano lui e i suoi amici e li riaccompagnano in Lucania, e solo lì i tre muoiono dopo breve tempo, per ulteriori torture. Secondo la tradizione, il martirio risale all’inizio della persecuzione di Diocleziano (304/305).
La più antica testimonianza del culto di San Vito si trova nella redazione gallica del Martyrologium ascritto a Gerolamo (intorno al 600). Ma non si può dedurre con sicurezza se anche il testo originario, della metà del V secolo, di questa fonte citasse la festa di San Vito.
Secondo una versione – derivata dalla Bassa Germania – della leggenda, che conobbe in seguito forme diverse, nel 583 il corpo di San Vito fu portato nell’Italia Meridionale dalla Sicilia, donde l’abate Fulrad di Saint-Denis lo avrebbe fatto trasportare nel suo monastero di Parigi nel 756. L’abate Ilduino avrebbe poi donato le reliquie, nell’836, al famoso monastero di Korvey sul Weser, che in epoca successiva è un centro della devozione a San Vito. Da Korvey proviene in ogni caso il braccio di San Vito, e in suo onore il duca Venceslao il Santo (+ 929) costruisce a Praga una prima chiesa, che poi diventerà il duomo di San Vito. Anche l’imperatore Carlo V, nel 1535, cercò di acquistare a Pavia altre reliquie di San Vito per recarle a Praga. Quelle di Korvey scomparvero durante la guerra dei Trent’anni e raggiunsero Praga verosimilmente nella stessa epoca. I seguenti dati statistici sono già, a loro modo, impressionanti: mentre oggi si incontrano 150 località che pretendono di conservare reliquie del Santo, nel medioevo sono più di 1300 i luoghi in cui troviamo il Santo come patrono di chiese, cappelle ed altari.
Molto venerato in età medievale e fino all’epoca barocca, Vito rientra nel famoso gruppo degli ausiliatori. Ma tra questi egli si segnala particolarmente perché conta almeno 34 patronati, cifra-record insolita. Così San Vito veniva invocato non solo in casi di epilessia (ballo di San Vito), isteria, ossessione, idrofobia, tarantismo, ma anche contro i lampi e il cattivo tempo, gli incendi, la sterilità e l’enuresi notturna – per citare solo alcune delle sue funzioni propiziatrici, tra loro diffìcilmente collegabili. Al tempo stesso egli era il protettore non solo dei farmacisti, dei birrai e degli albergatori, dei bottai e dei calderai, dei muti e dei sordi, dei vignaioli e degli attori, ma anche di molte regioni e località (Korvey, Praga, Hóxter, ecc.).
BIBLIOGRAFIA
“I SANTI” dagli Apostoli al primo Medioevo a cura di Peter Manns. Ed. Jaca Book
ENCICLOPEDIA CATTOLICA Vol. XII – A.P. Frutaz (coll. 1537 – 1538)
SANCTA SANCTORUM a cura di A. Amore pp. 1244 – 1246
I SANTI DELL’ANNO a cura di F. Masante. Ed. Gribaudi
IL LIBRO DI SAN VITO di Dario Ianneci. Ed. Ofanto
ICONOGRAFIA DI S. VITO MARTIRE di Tommaso De Russis. Ed. AGA Rivista bimestrale
“SAN VITO ITALIA NEWS” Ed. Santuario San Vito Lo Capo (TP)